ROMA – Non si arresta l’ondata di crisi del settore metalmeccanico in Italia. A dirlo sono i dati allarmanti delle sospensioni dei rapporti di lavoro e le vertenze totali rilevate dal sindacato Fim-Cisl. Al 30 giugno 2024, il quadro è desolante: 712 tavoli di crisi sparsi lungo tutto il territorio nazionale, con un aumento significativo del numero di lavoratori coinvolti in appena sei mesi.
Da dicembre 2023 a giugno 2024, si è passati da 84.817 a 103.451 lavoratori colpiti, un incremento di ben 18.634 unità.
Le cause della crisi
Le cause sono molteplici e complesse. Le trasformazioni tecnologiche e i processi di transizione green e digitale stanno rivoluzionando interi comparti, con effetti particolarmente pesanti sulla produzione di mezzi di trasporto, termomeccanico ed elettrodomestici. Nel settore automotive, in particolare, si registra una diminuzione delle vendite nonostante gli ingenti incentivi pubblici alla mobilità green, pari a 950 milioni di euro.
Le incertezze relative alla fine della produzione dei motori endotermici nel 2035 e l’introduzione dei dazi sulle produzioni cinesi di veicoli elettrici hanno portato a rinvii negli acquisti da parte dei consumatori e a pesanti ricadute sulle ore di cassa integrazione sia nei siti produttivi che nell’indotto della componentistica.
Un milione di auto entro il 2030: piano di rilancio
Nonostante la crisi, i sindacati ripongono speranze nel piano politico di rilancio promesso dal Governo. Entro luglio, si attende la sottoscrizione di un accordo di sviluppo che prevede la produzione di un milione di veicoli in Italia entro il 2030. Questo accordo dovrà prevedere responsabilità e impegni precisi tra Stellantis, aziende della componentistica, istituzioni e organizzazioni sindacali.
Il rilancio del settore automotive passa necessariamente attraverso aiuti mirati per accompagnare la transizione verso la mobilità ecologica, il potenziamento delle infrastrutture per la mobilità elettrica e un’attenuazione dei costi energetici, che continuano a rappresentare un gap competitivo rispetto ad altre nazioni.